Thoreau cestaio non ci sta

Ecco una riflessione di Henry David Thoreau, lo scrittore americano che descrisse in “Walden” la sua esperienza di vita nei boschi tra il 1845 ed il 1847. Nel primo capitolo (“Economia”) descrive come decide di ritirarsi in eremitaggio vicino al lago Walden poichè sa che per lui è possibile guadagnarsi da vivere in quell’ambiente, più che in città. In questo brano usa la cetseria come esempio e metafora della distanza fra il mestiere che uno vorrebbe o potrebbe fare e quelllo che è veramnete in grado di dargli da vivere. Come non riconoscersi in questi ragionamenti?

Non molto tempo dopo, un indiano vagabondo andò a vendere canestri alla casa di un ben noto avvocato delle vicinanze. “Desiderate comprare canestri?” chiese. “No, non ne vogliamo,” fu la risposta. “Che cosa?” esclamò l’indiano mentre usciva dalla porta. “Volete affamarci?” Avendo visto l’industrioso vicino bianco così benestante – perché l’avvocato doveva solamente intrecciare argomenti, e per magia ne derivavano ricchezza e considerazione – si era detto: “Entrerò in affari; intreccerò canestri; è una cosa che so fare”. Pensando che, avendo fatto i canestri, avrebbe fatto la sua parte; poi comprarli sarebbe stata la parte dell’uomo bianco. Non aveva scoperto che gli era necessario rendere proficuo all’latro comprarli, o almeno fargli pensare che lo fosse. Anch’io avevo intrecciato una specie di canestro dalla trama delicata, ma non avevo reso proficuo a nessuno comprarli. Nondimeno, nel mio caso, ritenni che intrecciarli fosse proficuo per me; e invce di studiare come rendere proficuo agli altri uomini comprare i miei canestri, studiai piuttosto come evitare la necessità di venderli. La vita che gli uomini lodano e considerano come un successo non è che uno dei tipi possibili. Perché mai dovremmo esagerare un tipo a spese degli altri?

Tratto da: Henry David Thoreau, Walden Vita nel bosco, Feltrinelli, 2021, pag, 49