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Storia (e filosofia) dello Zerre-zerre

[ENGLISH VERSION HERE]

Vostro nonno vi ha mai preso in giro dicendo che siete uno “zerre-zerre”? Voleva dire che fate tanto baccano ma siete piccoli e inoffensivi. Stava scherzando… Infatti questa strana parola ha una storia di tutto rispetto.

Lo “zerre-zerre” (o “tric-trac” o “cro-cro”) è uno strumento musicale tradizionale classificato come idiofono (cioè il suono è prodotto dalla vibrazione dello strumento stesso). In italiano si chiama “battola”, “troccola” o “raganella” probabilmente perché il suo suono ricorda il verso dell’omonimo animale: una sorta di rana il cui nome scientifico è Hyla.

L’abbondanza di nomi si conferma anche per le lingue straniere: in inglese si chiama “cog rattle”, “ratchet” o “noisemaker”, in spagnolo “matraca” o “carraca”.

La raganella «consiste in un bastoncello con una ruota dentata che, nell’agitarlo e aggirarlo, urta in una linguetta e produce un suono». Così lo descrive all fine dell’800 il filosofo Benedetto Croce, nel suo commento del Pentamerone, la raccolta di favole campane scritta da Giambattista Basile nel 1600 (da cui è stato tratto recentemente il pluripremiato film Il racconto dei racconti di Matteo Garrone). Nel Pentamerone si fa cenno alla raganella assieme ad altri antichi strumenti popolari (il colascione, il chiucliero, il buttafuoco, il cacapensieri e lo zuche-zuche).

Ma la sua origine è molto antica: la Suda, un’enciclopedia bizantina medievale, ci informa che la raganella fu inventata da Archita di Taranto (IV sec a.C, a lato). Si tratta di un uomo politico, filosofo e scienziato della scuola pitagorica, nonché inventore di una sorta di colomba meccanica ad aria compressa: il primo “drone” volante della storia.

Il filosofo Aristotele nella “Politica”, consiglia l’uso della raganella ai bambini: sia come iniziazione alla musica, sia perché «trastullandosi con esso, essi non rompano niente in casa: perché il giovanetto non può stare fermo»!

Nel corso dei secoli questo strumento venne usato in tutta Europa nelle feste popolari, per annunciare le ore o dare allarmi. Fino al Concilio Vaticano II le grandi raganelle dette “crotali” o “crepitacoli” venivano usate in chiesa durante la Settimana Santa, al posto dei campanelli e delle campane che venivano legate (foto e video di antichi esemplari e varianti regionali qui).

Nella tradizione ebraica il gragger o ra’ashan (a lato) viene usato durante la festa del Purim per coprire il suono del nome del persecutore Amàn durante la lettura del testo sacro.

Più laico il suo uso come strumento da tifo: lo si trova in questa veste in versione App lo si intravede in questa vede perfino in Harry Potter e il Principe Mezzosangue.

COSTRUZIONE DELLO ZERRE-ZERRE

(a cura di Filippo Di Siena)

Occorrente: un rocchetto di legno (o altro disco di legno duro) di 2/3 cm, una canna robusta (diametro 2/3 cm, lunghezza 20/30 cm), una bastone di legno resistente (lunghezza 20 cm), un coltello, un seghetto, un trapano

1 Preparazione della ruota dentata (la superficie su cui batte lo strumento)

Taglio denti ruota

Anticamente si riciclavano i rocchetti di filo, che erano in legno ed avevano alle estremità due dischi forati. In alternativa si può usare un qualsiasi disco di legno del diametro di pochi centimetri, purché di legno resistente (nelle foto è stato usato il piede di un vecchio mobile). Occorre dunque fare un foro al centro con il trapano (o all’antica con un ferro arroventato sul fuoco). Quindi bisogna sagomare i denti (ci si può aiutare disegnandoli prima sulla superficie, o usando una ruota dentata metallica come segna-forma). Non è necessario che i denti siano appuntiti, anzi bisogna poi limare tutti gli spigoli, perché se colpiti possono rompersi e danneggiare lo strumento.

2 Preparazione della canna (la superficie che batte provocando il suono, e canna di risonanza)

taglio canna

Va cercata una canna robusta (non “verde”), con un diametro adatto a contenere la ruota (quindi circa i 3/4). Ad una estremità vanno praticati quattro tagli suddivisi in questo modo: dividere la circonferenza della canna in quattro parti uguali e praticare una coppia di tagli poco più lunga della ruota (foto 1), ed una coppia di tagli lunghi 10/15 cm (foto 2). Si formano due “lingue di canna”: quella piccola va tagliata anche orizzontalmente e tolta, quella grande sarà la superficie che batte sulla ruota

.Taglio lato inserimento ruotataglio lato lingua mobile

Le due parti restanti della circonferenza servono ad ospitare il manico: vanno quindi praticati con il trapano in ognuna di esse un foro, grande circa come quello della ruota. I fori devono essere paralleli e a poca distanza dal bordo della canna (circa un terzo del diametro della ruota).

3 Preparazione del manico (serve a maneggiare lo strumento ed a muovere la ruota all’interno)

Occorre un bastone ben secco e resistente, dal diametro a piacere, purché superiore a quello del foro della ruota. Scortecciarne una estremità fino a farla diventare delle dimensioni del foro della ruota: NON deve scorrervi dentro facilmente ma a fatica, in modo che la ruota ci rimanga bloccata e non giri attorno al bastone. Il bastone deve invece scorrere facilmente nei fori della canna.

4 Montaggio

montaggio zerre-zerrePosizionare la ruota all’interno della canna in modo che il foro combaci con i fori della canna, quindi farvi passare la punta del bastone e “ntorzarvi” (incastrarvi a forza) la ruota. Se necessario fissarla con della colla.

4 Funzionamento

Afferrare bene lo zerre-zerre dal manico e farlo girare, ruotando con forza l’avambraccio nel senso inverso alla linguetta di canna: la canna ruoterà attorno alla ruota e la linguetta sbatterà sui denti producendo il tipico schiocco.

prospetto zerre-zerre

Vedi anche:

The Strange and Violent History of the Ordinary Grogger

Thingiverse: Humongous Gragger 3D

Woodworking: Super loud noisemaker. Gragger

LEGO gragger a DIY version

How to make your own gragger

(Edizione ampliata di un mio articolo pubblicato su La Serra Gen-feb-mar 2015 nell’ambito della rubrica “MAstreKEa”. Questa rubrica tratta dei piccoli e grandi congegni della tradizione corenese, sull’onda dei “Makers”: i fabbricatori e gli inventori che uniscono tecnologie digitali e nuovi materiali alla vecchia tradizione dell’autocostruzione e del “mastrecheà”.)

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